L’amore e i suoi protagonisti non sono mai osservati da un’unica prospettiva. Ci sorprendono. Quella che a prima vista potrebbe sembrare una visione ottimistica vira e declina su un piano di insofferenza e dolore.
Siamo sicuri che Penelope aspetterà sempre il suo Ulisse? Il conosciuto nasconde in sé il mistero e ciò che è misterioso ci regala trasparenze inaspettate che non avevamo saputo cogliere. L’amore eterno può trasformarsi in un addio doloroso.
Fin dai primi componimenti appare chiaro e ben definito un tono forte e leggero a un tempo, con temi che già a prima lettura danno il senso del titolo della silloge. A mano a mano che il lettore si accompagna all’itinerario proposto dall’Autore, si sente di fronte a una visione del mondo consapevole, ben radicata, costruita esperienza dopo esperienza.
Le pagine si popolano di luoghi e persone ed è notevole la presenza femminile, mai invadente, ma profondamente sentita, nella forza dell’amore, nella leggerezza della visione di un corpo leggero ed etereo, avvolto dalla musica e dal desiderio.