La pubblicazione di poesie giovanili può essere il desiderio inconfessato di ogni autore, perlomeno finché in vita. Il rischio di vederle disperse è la prima (forse valida) giustificazione, però quel libro che si stringe fra le mani diventa un passato non più cancellabile, magari un complemento, sia pure tardivo, ad altri (di poesie) già pubblicati. Importante è l’essere consci delle componenti narcisistiche che sottendono a questa (per certi versi imbarazzante) decisione. Ma nella storia dell’uomo i primi psicoanalisti sono stati i grandi poeti, e le relazioni fra poesia e inconscio meritano continui approfondimenti. E ancora oggi la psicologia del profondo spiega a fatica perché un bimbo che ha da poco imparato a scrivere riempie quaderni di poesie.