A uno snodo doloroso e fondamentale della propria vita, al cospetto di una tragedia che li accomuna, un gruppo di amici si ritrova ad affrontare le urgenze esistenziali di un’età finalmente matura, alla quale avevano forse sognato di sottrarsi attraverso l’irresponsabilità eretta a sistema o tramite la nostalgia trasformata in oppio obnubilante.
Pur nei quadri successivi di una visione frantumata, visione che è nelle sue corde sin dagli esordi, l’autore ci offre un singolare romanzo generazionale, dissonantemente corale, nel quale l’avanzata del nuovo millennio pare travolgere nello tsunami della globalizzazione economica e dell’irrilevanza esistenziale vite fragili e solitarie, che tentano disperatamente di restare abbarbicate allo scoglio di un sentimento, l’amicizia, su cui però incombe spesso la minaccia dell’inconsistenza.
Riuscirà qualcosa a salvarsi dalla frana? Saprà un qualche valore conservarsi al di là di meschinità, ipocrisie e menzogne? Riuscirà, infine, qualcuno tra i personaggi a passare indenne l’esame dell’occhio del cinghiale?