La scacchiera, il teatro, la luna e le bombe è una di quelle storie che appassionano il lettore fin da subito, che fanno amare il protagonista, che quando finisci di leggerle hai il sorriso in bocca e pensi che ancora possa esserci del buono al mondo.
Al centro della vicenda Alfiero, giovane di sani principi, che via via avrà a che fare con una scacchiera, con il teatro, con la luna e con le bombe; un giovane con un amore da conquistare e i sogni ancora tutti da realizzare. Davanti ai suoi occhi passano alcuni tra i principali momenti che hanno caratterizzato la storia italiana a cavallo degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, periodo in cui la vicenda è ambientata; ecco lo sbarco dell’uomo sulla luna dalla diretta di Tito Stagno, ecco la strage di Piazza Fontana appresa dai giornali.
Quella di Sarmiento è dunque una narrativa carica di passione, inventiva e tensione critica, aperta verso un orizzonte conoscitivo e riflessivo con un’attenzione alla realtà sociale e storica del romanzo. Probabilmente nello stesso Alfiero vi è un po’ dell’Autore, con i suoi ideali e la sua coscienza civica, con il senso di partecipazione verso la comunità nella quale vive e opera; nel protagonista della vicenda, cioè, si rispecchia la tempra dell’Autore, i suoi ideali e il suo rigore morale.
Questo romanzo è davvero un omaggio all’abruzzesità, ai mille aspetti in cui si è articolata e si articola la cultura della nostra regione, ai suoi poeti, ai suoi pittori e alle loro opere, ai suoi studiosi, alla natura suggestiva e incontaminata dei suoi territori.