In piena epoca Fascista, spinta dal bisogno di contribuire alle parche entrate familiari, la giovane Gina va a servizio in casa del podestà.
Rassicurata dalla presenza di donna Lucrezia, moglie dell’autorità cittadina e madre di un debosciato imbelle di nome Benito, la diciottenne florida è un bocconcino che quest’ultimo non si lascia scappare.
La violenza è totale, e come tale viene vissuta con la vergogna che tutto il paese non manca di sottolineare.
Il frutto di quell’atto arido e brutale non tarda a manifestarsi.
Rosalba, il cui nome vuole essere simbolo di una rinascita, pagherà fin da subito il torto subito dalla madre, che la madre stessa vorrà raddrizzare pur soffrendone indicibilmente. La pupa di pezza è il racconto di valori tramandati e mantenuti per cinque generazioni, e oltre, da un continente all’altro, per dimostrare che l’amore vero è anche privazione, è dare agli altri per un fine più importante.