George Orwell scrisse di una fattoria in cui tutti gli animali erano uguali, salvo alcuni più uguali degli altri; Marshall McLuhan descrisse un mondo trasformato in villaggio globale grazie alle comunicazioni satellitari: entrambi esempi di uno scenario che, sostenuto da una tecnologia piena di buone premesse, è lanciato verso obiettivi la cui interpretazione è ambigua e le cui conseguenze sono imprevedibili.
La fattoria globale rivela come questi postulati possano concorrere a realizzare un futuro in cui un lato oscuro della natura umana si combina e si alimenta di un lato oscuro della tecnologia per dar vita a un sistema micidiale. E’ un quadro agghiacciante, seppur ricco di fascino, un tourbillon di personaggi e situazioni che sembrano ma non sono, e dove apparenti normalità nascondono risvolti impensabili.
Indagini poco ortodosse, cronaca nera e gente comune contribuiscono a svelare poco a poco una rete occulta che pare avvolgere tutto e tutti senza possibilità di salvezza.
Pare, appunto. Ma ci sarà scampo per qualcuno?