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Giuseppe Martocchia
IN QUALE MAI FOLGORE DI TEMPO
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Una notte di fine novembre lo scrittore Eugenio Corradi decide di passare all’azione. Al colmo di una profonda crisi esistenziale e disgustato dal degrado del mondo che lo circonda, visibile nei suoi aspetti esteriori, nei costumi e specialmente nella politica, concepisce il disegno di attuare, in tutta solitudine, un’opera di bonifica: ucciderà quanti più politici e uomini di governo potrà. Sa che è una follia e che non produrrà certo una palingenesi, ma ritiene che ormai solo la follia potrà paradossalmente configurarsi come inizio di rinsavimento. Comincia con l’uccidere a Roma un deputato, poi continua a compiere omicidi “eccellenti” in altre città proprio durante i funerali delle vittime precedenti. Nessuno può vederlo mentre spara, perché usa una tecnica molto particolare. I suoi piani, però, vengono disturbati dall’intervento di fatti inaspettati. Nella sua vita ricompaiono all’improvviso personaggi del recente passato, imprimendole un corso del tutto imprevedibile. Avvengono altre misteriose uccisioni, ed Eugenio si ritrova implicato in situazioni nuove, soprattutto sotto l’influenza di una strana donna, una colombiana, d’ora in poi centro propulsore della vicenda, che è alla ricerca di un misterioso manoscritto del filosofo Campanella, a cui attribuisce una vitale importanza per la sua gente. Infatti si scoprirà che quella repubblica di libertà e giustizia descritta dal profetico frate nella “Città del sole”, e sognata da Corradi con passione disperata fino alla “follia” di uccidere, non era un’utopia, ma esisteva veramente. Maria ne è una rappresentante e finirà per attrarvi, come una fatale necessità, Eugenio e gli altri due personaggi rimasti con lui alla fine delle vicende. Ma, prima di questo epilogo, accadono in Italia eventi politici di tale gravità da sovvertire con violenza gli ordinamenti democratici e generare, di riscontro, prese di coscienza e risposte altrettanto violente da parte di vari personaggi.
Alla trama principale del romanzo, ambientato in luoghi e paesaggi di cruda o suggestiva natura, si intrecciano altre storie, in una narrazione che si snoda a più livelli e registri. I diversi piani temporali e spaziali ora corrono paralleli ora si sovrappongono, per poi unificarsi nel finale. I personaggi, numerosi, sono funzionali allo sviluppo di un plot dai tratti, spesso, di un vero e proprio thriller, nel quale risaltano dialoghi o monologhi impegnati nella riflessione, ora cinica e violenta, ora sconfortata e delusa, sulla storia e sulla politica italiana di ieri e di oggi.
Lo stile narrativo alterna toni drammatici e toni più distesi, ironia, parodia, e anche comicità in un impianto che, però, intende essere profondamente serio e attuale, al di là dell’invenzione fantastica e, a volte, visionaria, come visionari erano gli autori di cui si parla nel testo, personaggi anch’essi, seppur non presenti fisicamente: Campanella, Gómez Dávila, Volponi... e l’autore del verso che dà il titolo al romanzo, di cui sta al lettore comprendere il senso e il nesso con tutta la storia.
[ISBN-978-88-7475-361-1]
Pag. 304 - € 21,00
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