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Gabriele D'Annunzio
IL FERRO
Con un saggio di Paola Ottaviano
La più bella metafora dell’adolescenza
Presentazione di Giovanni Antonucci
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Le Chèvrefeulle, poi Il Ferro, è l’ultimo
testo scritto da D’Annunzio per il palcoscenico,
ma anche uno dei più originali
e più compiuti della sua intera opera
drammaturgica. La sua assenza da molti
anni dalle nostre ribalte e la mancanza di
messinscene adeguate, con l’eccezione di
quella davvero felice di Orazio Costa nel
1977, sono esemplari dell’inconsapevolezza,
per non dire dell’incultura, dei nostri
teatranti, che pure si dicono sempre alla
ricerca di opere significative.
Scritto a Arcachon fra l’agosto e il novembre
del 1913, sia nella versione francese
che in quella italiana (ma per D’Annunzio
non era certo una novità lavorare
così), non ebbe un grande successo alla
“prima” del 14 dicembre 1913, accolta
peraltro da applausi, né meno ancora
alle repliche, tanto che il 26 dicembre Le
Chévrefeuille fu sostituito dalla direzione
del Teatro di Porte-Saint Martin con l’inevitabile
Cyrano di Rostand.
[ISBN-978-88-7475-498-4]
Pag. 124 - € 11,00
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