La raccolta di poesie Briciole si connota soprattutto per la sua varietà; la consapevolezza del vissuto si mescola con giochi di regressione infantile.
Troviamo echi di rima e assonanza: “Con entusiasmo avanza / tra enfasi e terzine / pescando con la lenza / quarte di copertina”. C’è l’ermetismo in forma moderna: “Ho visto nascere il vetro. / Sabbia, fuoco, meraviglia. / Disordine che splende / incurante degli ordini perfetti”.
Diversi scritti son dedicati all’introspezione, alla riflessione sulla condizione umana: “Un giorno sarai, / quando le tue maschere cadranno, / scivolando una a una / lungo i fianchi della vita”.
La poesia di Manola di Tullio, pur rifacendosi a elementi della tradizione, rimandando ad esempio all’amore o alla luna, non manca di sperimentalità, con la ricerca di versi che percorrano strade inconsuete e a tratti innovative. Questo è uno degli elementi più interessanti di Briciole, assieme ai versi di chiusura dei singoli componimenti, spesso taglienti e incisivi.
L’autrice riesce a creare il suo stile e il suo universo poetico, il lettore è proiettato in un mondo variopinto che richiama a sé.
In copertina: Gianfranco Zazzeroni, Alla ricerca della mia stella (part., 2012)