Versi che offrono la possibilità di cogliere quei particolari, a volte anche apparentemente banali, che sono però rivelatori di piccoli e grandi mondi, ognuno microcosmo e macrocosmo allo stesso tempo, posto che il lettore voglia porsi dal punto di vista dell’Autore.
Acuto e penetrante, ironico e sempre attento anche ai grandi temi, il mondo poetico di Gianni Scassa riesce a cogliere una sorta di nesso segreto tra le cose, un istinto più che una concatenazione logica. E sa rendercene partecipi, con le parole della vita di ogni giorno, come ad esempio nell’immagine della neve che viene “ad accendere di bianco il davanzale” o quando “rincorre le foglie secche il maestrale / e si insinua tra i pini / inchinati ai capricci dei venti / per meglio sussurrare al mare”. E si potrebbe continuare.
Nella raccolta trovano spazio anche alcuni componimenti in dialetto, con in calce una traduzione in lingua, senza che l’unità della silloge ne risulti compromessa. Anzi, i versi acquistano ancora vigore proprio per l’immediatezza del registro linguistico.