Sotto il cielo livido di un’Edimburgo colta nell’ultimo scorcio del Novecento, un’anima dolente e tragica traccia il proprio diario esistenziale, riproponendo alla coscienza contemporanea gli interrogativi di sempre sul rapporto tra bene e male, realtà e finzione, libertà e necessità, in un lungo dialogo con i propri fantasmi e il vento che resta ad ascoltare.
«Cigola la banderuola sul tetto. Becco rivolto a nord-ovest. Il vento tra i rami, tra le case, tra i miei capelli e la cresta del gallo. Vento che giunge chissà da dove. Intanto, io dormo.»