Loris Di Giovanni & Alessandro Verri
Note su la Historia de la Libera Muratoria in Theate
Introduzione di Alessandro Verri
Tabula fati, Chieti 2002
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Introduzione di Alessandro Verri
Di certo, quando un qualche Dio, rincorrendo, tra nubi e stelle, un proprio Sogno, si trovò a passare lungo la dorsale orientale di quella che, pure, la Nostra Italia sarebbe diventata, ebbe a provare più di un fremito a contemplarne la vista: acque di smeraldo fecondavano, sotto candide vette, ripide erte verdeggianti tra cui, in mille giochi d’amore, sembravano rincorrersi gialli incanti di ginestre ed acacie, a tamerici frammisti e a sanguigne macchie di croco ombreggiate da querce e pini, cui l’erica s’attorchia, tra incensi forti di oleastri e menta. Di armonie azzurre, all’uomo inconosciute ancora, godevano i Cieli con sospiri caldi.
Se ne diffuse la Fama.
Minerva venne a germogliarvi il suo sacro olivo, agli uomini sacro ed agli iddii tutti, e Bacco quella terra prescelse affinché la vite, dolce e orgogliosa e generosa insieme, estro gioioso diffondesse intorno. Ed altri Dei... con il suo dono ognuno per una Terra che, non mia, per mia, comunque, amo ed onoro: dal Grande Sasso al tortuoso Trigno cui Punta Penna guardan mentre su Tutto la Majella impera.
Insieme, tali contradi, nutrici ed aio furono al Tempio che uomini rudi ma, al contempo, pii, vollero erigere.
… E gli antichi Italici Culti, da Gabriele cantati tanto, pur di tra il velo d’allegorìe sottili, a sgorgare vividi ebbero di tra pinete lungo le coste, di Roma vergini ancora. Culti fiorirono a rendere sempre più maschie e risolute, ma gentili e pie, quelle Contrade che Adriatico, Majella e Sasso Grande si contendono ancora.
... Passò ciò che chiamano “tempo”…
In una siffatta Terra era fatale che, fra tanti, sorgessero anche Uomini il cui Spirito al G\A\D\U\ rivolto fosse ed all’Umana Famiglia, onde operare per renderne grandi, risoluti e giusti i tanti figli per il Mondo sparsi.
E la Libera Muratoria le Sue Colonne eresse!
Correva l’Anno 5773 di V\L\ (1773 era volgare) e un Principe dell’Aprutina Caramanico, Francesco D’Aquino, creava una “Gran Loggia Nazionale” sedente in Napoli, operante, quindi, anche negli Abruzzi, di sotto l’ala della regina Maria Carolina.
Già in anni precedenti, tuttavia, ben viva la Luce Massonica si era irradiata nella Nostra Regione, fertile ed orgogliosa di altri precedenti iniziatici di cui mille testimonianze templari ne sono, tra tante altre, segno evidente.
Di tali vicende, a partire dall’Età Napoleonica, un mio Fraterno Amico ed io abbiamo tentato di tracciare un rapidissimo e scarno ma, ci auguriamo, significativo excursus.
Lavoro arduo per la scarsità di notizie storicamente certe ed inequivocabili e per la difficoltà a reperirle insieme a relative fonti e documenti attendibili. Abbiamo fatto poco ma con amore.
Alessandro Verri