Personalità espansiva, fortemente affettiva, Viola Di Muzio offre un nuovo dono di sé a chi le vuole e le ha voluto bene.
Viola vuol far partecipe della gioia interiore, espressa con immediatezza e spontaneità nei suoi versi, chiunque abbia l’opportunità di sfogliare queste pagine e sappia coglierne l’anima con le sue infinite vibrazioni che, sole, riescono a dare musicalità all’altrimenti banale quotidianità dell’esistere.
È così che in questo nuovo volume, il mondo degli affetti diventa una “sinfonia di sogni” e si solleva con grande energia interiore in una dimensione evanescente che, volta per volta, prende sostanza nella parola: semplice, chiara, delicata, ingenua come il cuore di chi la pronuncia. In essa felicità e sofferenza si intrecciano fino a confondersi, ridando vita al passato, significato al presente, speranza al futuro.
Le ore, i giorni, le stagioni, gli odori, i colori, i suoni e, ogni vivente creatura, rinvigoriscono come vivide e salutari gocce di pioggia, il cuore assetato di emozioni. Le vicissitudini di una vita con le molteplici esperienze legate all’esserci, arricchiscono il presente di armonie interiori che gli donano senso e valore.
È nella capacità di amare e nel bisogno di espandere la propria energia interiore che il mondo degli affetti di Viola si rivela contestualmente ricco di sofferenza e di gioia.
L’amore si espande nell’altro e, spesso, si adagia con vana illusione su momentanee risposte del cuore per lasciare, poi, spazio al pianto. Il buio, il grido di dolore, il morire del cuore non negano il desiderio nella notte e, se il tramonto resta senza colori, le stelle senza il loro splendore “l’amore, pur lontano, rimane sospeso sul filo del destino” in attesa di un nuovo giorno.
Eppure, forzatamente, faticosamente, la vita riprende e assume nuovi colori: i colori tenui del tramonto. L’anima ormai conosce i tortuosi sentieri dell’amore: continuerà a piangere, sognare e sperare e la vita si arricchirà di nuove, intense vibrazioni che accompagneranno con dolci note poetiche il suo cammino, illuminandolo con quella luce percepibile solo da chi, come Viola, lascia spazio allo spirito.
Non sono certo i “poeti laureati che si muovono soltanto tra piante dai nomi poco usati”, come afferma il nostro Eugenio Montale, quelli che sanno parlare al cuore di tutti nel linguaggio di tutti. La vita e gli infiniti attimi che la compongono, rimane pur sempre faticosa e sofferta esplorazione di un insondabile mistero che la poesia riesce, sì a sfiorare, mai ad esaudire.
Per Viola immergersi nella poesia ha voluto dire “uscire dalla solitudine ed illuminarsi”, vivere meglio i tanti giorni difficili che il destino assegna in modo più o meno generoso a ciascuno di noi.
Viola ha fatto, cosi, un grande dono anche a se stessa. Sofferenza, disagio, rimpianti, sublimati in questi versi, son diventati “una sinfonia di sogni” e i sogni, che fan parte della vita, riescono sicuramente a migliorarla.