«… Riusciva ad allontanarsi da quella atmosfera solo dopo aver preso tra le dita una penna, l’unico mezzo per oltrepassare quel confine. (...) Si distingueva dalla folla in quanto dotata di una sensibilità unica e di un grande dono, quello di saper esprimere i propri sentimenti tramite una matita.»
L’Universo Sconosciuto
La vita, affermava Pirandello, o la si vive o la si osserva. È questo in fondo il destino dell’arte: allontanarsi dal vivere per coglierne con il distacco le segrete alchimie e così tentare di rispondere ai mille interrogativi che essa ci pone.
La poesia ha però paradossalmente la capacità di ridurre questa distanza, di permettere di diventare coscienti dei meccanismi che condizionano l’esistenza senza allontanarsi dalle quotidiane sofferenze e gioie delle quali è intessuta: consola e sostiene, asciuga lacrime e attrae in fantasmagorici giochi di passioni e sogni.
In questo senso la scrittura di Moira Di Fabrizio costituisce un esempio, certo provvisorio, non sempre felice, ma senz’altro degno di ascolto, di questa urgenza del sentire che si trasforma a volte in passione e tormento. Tra nuvole e realtà raccoglie Poesie, Racconti e Pensieri, il lettore troverà in queste pagine schegge di pura riflessione, annotazioni di vita, spunti coloristici di attente riflessioni che costituiscono la trama di un percorso di vita che l’autrice offre come strumento catartico al pungolo dell’esistere.
La natura ambigua dell’amore è al centro di questi bozzetti, protagonista è l’alter ego della donna innamorata, un io narrante che osserva con occhio non solo passionale, ma anche ironico il congegno di sentimenti che nascono forti e decadono nella inconsistente ripetitività che è propria di tutto ciò che è umano.
Questa drammatica consapevolezza della transitorietà trova però riscatto, o volontà di esser tale, nella scrittura, magica chiave che apre la porta del mondo dei sogni dove ciò che esiste di bello è destinato a durare per sempre.
Le nuvole appunto veleggiano nel cielo trasportate dal vento e guardano da lontano con sguardi fuggevoli ma incorruttibili la terra, luogo dei drammi, delle sofferenze e delle gioie umane.
Si leggano a questo proposito liriche come Rinascita, Sogno e Realtà e Cielo e Stelle, manifesti di questa assunzione della verticalità come simbolo del compito della scrittura oppure Scogliera dove è più che evidente la scoperta del doloroso scarto tra il desiderio e la felicità che la sua realizzazione promette all’uomo.
Tutta l’opera in realtà, anche se non sempre equilibrata e fluida, è un percorso narrativo, poetico e di riflessione su questi temi e per questo è degna di essere accolta dal lettore con rispetto e attenzione perché in essa potrebbe trovare anche perle preziose di consapevolezza e di nutrimento per l’anima.