Donatella Bartoloni

Un mondo senza confini

Presentazione di Carla Mazzuca Poggiolini

Tabula fati, Chieti 1998

 

Presentazione di Carla Mazzuca Poggiolini

     Leggendo le prime pagine dei giornali, i reportage degli inviati sui grandi eventi, spesso mi è capitato e con me chissà a quanti altri, di fermarmi, socchiudere gli occhi e immaginare...
     Quanti eventi “minori”, quanti piccoli fatti, quanti grandi drammi personali, nascono vivono e si esauriscono dentro i grandi fatti storici che nello stesso istante coinvolgono milioni di persone particolari: donne e uomini comuni, artisti, anziani e bambini, insieme ai grandi personaggi che approderanno sui libri di Storia.
     Donatella Bartoloni risponde a questo interrogativo. Essa collega con abilità, realtà e fantasia, ricamando insieme eventi e piccole storie, e offre con questo libro uno spaccato della vita quotidiana a latere degli accadimenti che hanno determinato gran parte della Storia del nostro secolo.
     Attraverso gli occhi e i racconti di giornaliste donne, l’Autrice coglie emozioni e sentimenti, indaga situazioni, racconta probabili conseguenze, sempre con acutezza psicologica, penna abile e leggera.
     Protagoniste di ognuno di questi squarci storico-intimistici sono alcune giovani giornaliste. Nomi diversi per personaggi diversi, dotati di freschezza e di entusiasmo professionale, quale molto spesso si riscontra nelle giovani colleghe di giornali e TV.
     Donne per lo più desiderose di una affermazione o di un riscatto, che, puntualmente, quasi sempre nelle storie della Bartoloni, arrivano. Fantasia dell’Autrice? Desiderio socio-culturale? Auspicio professional-femminista?
     Decidano lettori e lettrici che proveranno sicuro interesse e, ne sono certa, per quanto riguarda le donne un ulteriore particolare compiacimento.

Carla Mazzuca Poggiolini




Introduzione di Donatella Bartoloni

     Questi racconti a metà strada tra realtà e fantasia, vogliono ricordare quei luoghi dove si lotta, si soffre e si combatte, per raggiungere un bene sacro di cui tutti dovrebbero godere: la libertà.
     E gli episodi — seguiti ogni volta da giornaliste provenienti da paesi in cui vige la democrazia — vogliono sottolineare il duro lavoro degli inviati speciali, non sempre abituati a seguire queste drammatiche vicende e che, spesso, si trovano a contatto con situazioni così dolorose perché coinvolgono persone totalmente innocenti, che non credono nel combattimento come risoluzione dei problemi, non amano la violenza, ma ne rimangono colpite dolorosamente.
     Non essendoci ormai più bisogno di libri-verità, di reportage e documenti, per ricordare quello che tutti i giorni balza aggressivamente dalle pagine dei giornali e, ancor più crudamente, dagli schermi televisivi, ho pensato fosse meglio dare una visione del Paese, che non fosse totalmente negativa e che invogliasse a conoscerlo, malgrado i tragici avvenimenti. Soprattutto per quei giovani, che credono nella fratellanza dei popoli, perché imparino a giudicare con occhi limpidi e non offuscati dall’odio di razza, di religione e di politica.
     Ho voluto far raccontare questi episodi da giornaliste, che non hanno la pretesa di essere importanti, ma hanno la capacità di scavare nei sentimenti della gente (magari lasciandosi coinvolgere un po’, anche se è un grave errore per un giornalista).
     Mi auguro sia una lettura leggera e moderna, anche se fa pensare a problemi come: la violenza, la fame, la droga, la tirannia e la morte.

D. B.