Alfredo Panzini, nato a Senigallia il 31 dicembre 1863, da padre romagnolo, medico condotto a Rimini, e madre marchigiana, trascorse buona parte della sua giovinezza a Rimini, quindi si trasferì a Venezia dove frequentò l’allora Convitto Nazionale (oggi Liceo) Foscarini. Infine si laureò in Lettere a Bologna con docenti del calibro di Giosuè Carducci e Francesco Acri.
Legato alla narrativa realistica del secondo Ottocento, nelle sue prime opere Panzini descrive vicende della vita quotidiana che vedono protagonisti piccoli borghesi, manifestando il suo pessimismo nei confronti dell’Italia postunitaria e rimanendo fedele a un ideale di vita agreste (indicativo in tal senso uno dei suoi lavori più noti, Il padrone sono me!, del 1922).
Panzini collaborò, in qualità di lessicografo, alla compilazione del Dizionario Moderno, edito da Hoepli nel 1905, raccogliendo una vastissima e significativa messe di neologismi scientifici, giornalistici e di costume.
Fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti (1925), redatto da Giovanni Gentile, e nel 1929 divenne Accademico d’Italia. Morì a Roma il 10 aprile 1939.